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copertine dei libri di giancarlo trapanese
libro: Obsolescente - giancarlo trapanese | | | | | | | Sinossi del libro: Protagonista di questo nuovo romanzo è l'ing. Riccardo Inna, vecchio e scontroso ingegnere, un numero uno al mondo della obsolescenza programmata. . .A questo romanzo, affidati tanti pensieri "maturi" in una vicenda che potrebbe accadere . . .domani
Perché un cellulare ha una durata limitata, così come un computer? Perché le cose di oggi non durano come quelle di una volta? Si chiama obsolescenza programmata ed è diventata una discutibile scienza con i suoi esperti. Uno di questi, il numero uno al mondo, è Riccardo Inna, burbero e disilluso ingegnere informatico umbro, che ora, in pensione, si sente inutile e deve fare i conti con la sua anaffettività e la mancanza di rapporti familiari (da anni non vede la figlia avuta negli Stati Uniti dal suo primo fallimentare matrimonio e la nipote). Suo malgrado, si trova coinvolto in un intrigo internazionale, costretto dal libanese Jabal Maalouf, esponente di una cellula terroristica-informatica, a collaborare ad un folle progetto in un misterioso laboratorio iper-tecnologico in Afghanistan. Giocherà una sorta di partita a scacchi con i suoi nemici, con se stesso, con il suo passato e con sconosciuti sentimenti. Non si lascia sfuggire l’occasione per analizzare i mali del nostro tempo, Giancarlo Trapanese, con il suo nuovo avvincente romanzo ambientato tra l’Umbria e il lontano oriente, ma soprattutto ci dice, appassionatamente, una cosa: per diventare ciò che ci rende veramente degli esseri umani, non è mai troppo tardi. Davvero. | | | | | |
dal romanzo "Obsolescente" | | | | Non avevamo più nulla al di là della nostra casetta ad Elce. Mio padre era tornato dalla prigionia molto provato, quasi assente, incapace di slanci affettivi con chiunque. Ricordo solo notti di Natale come queste: buie, tristi, senza luce in ogni senso. Ricordi zuppi, pesanti, immersi in un secchio di cupa tristezza, identica a quella che ho ora. Tento di chiuderli fuori sprangando la porta e rientrando ma mi rendo conto, mentre vado a dare un’occhiata alla stanzetta dove riposano Valery e Chloe, che ad essere saltato, forse per sempre, è il chiavistello che mi ero costruito negli anni per non aprire mai più il mio cuore a sentimenti che ti indeboliscono e ti fanno fare cose strane. . . . | | | | | |
| | | | . . . che la solitudine non è uno stato fisico ed una distanza metrica da altri, ma un modo di essere, una situazione psicologica. Io resterei solo anche in una piazza gremita. Si figuri in un villaggio sperduto con persone con le quali proprio non vorrei essere. . . Ecco ci sono momenti in cui ritrovo la stessa sensazione dell' anziano ing. Riccardo Inna (il mio protagonista). Ad esempio quando mi succede qualcosa che ti avrebbe inorgoglito, papà, anche se non eri capace di farlo vedere. O quando invece succede qualcosa che non avresti condiviso: mi preparo ad una delle nostre battaglie e mi rendo conto che non ci sei più e che mi mancherà il contraddittorio. Mi succede tutti i giorni quando apro la porta di casa e, caro Lex, non sento i tuoi guaiti di gioia, quello slancio di affetto a prescindere di gioia autentica. Mi succede quando penso alla inattesa amicizia tra voi due. Ve ne siete andati quasi assieme. Sono passati solo tre mesi da quando. . .vi siete ricongiunti dall'altra parte. Sono certo, papà, che non avrai risparmiato in biscotti. . . | | | | | |
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