GIANCARLO TRAPANESE, giornalista, vice caporedattore della RAI di Ancona, docente di Comunicazione all’Università di Macerata, scrittore. Ci conosciamo da sette anni ma per me è un vecchio amico anche se lui è piuttosto giovane. Aveva già pubblicato “Se son fiori…” , dodici storie che raccontano tra l’altro, la paura di amare e l’obbligo di indossare l’armatura dell’indifferenza, quando nel 2005 mi dedicò il suo nuovo libro “Luna traversa” con questa frase: “. . .con la speranza di scaldare qualche serata d’inverno con le mie riflessioni”. Altro che riflessioni, quelle del suo romanzo erano approfondite ispezioni psicologiche che penetravano appieno nei comportamenti e nei processi mentali di una coppia in seria difficoltà. Le storie che Giancarlo racconta sono vicende di vita ardue, scabrose, sempre avvincenti. Molto feconda è la sua produzione letteraria: “Da quanto tempo”, “Sirena senza coda”, “Quella volta che”, “Ascoltami”, fino a “Madre vendetta” presentato al Museo Crocetti di Roma sulla via Cassia l’8 marzo, non a caso nel giorno dedicato alle donne. Le relatrici erano tutte al femminile: Rosanna Vaudetti, Federica Sciarelli, Simonetta Bartolin e Letizia Marcantonio mamma di Rossana Wade, una bella ragazza di 19 anni di padre inglese, barbaramente strangolata nel 1991 da Alex Maggiolini, il fidanzato ventenne che diceva di amarla. Il romanzo parte appunto da questo fatto di cronaca realmente accaduto che Trapanese ha ambientato a Bertinoro in Romagna sviluppando il racconto sull’intenso e inquieto amore tra due giovani, naufragato in tragedia. Nella realtà Alex Maggiolini, per l’assassinio di Rossana e per l’occultamento del suo cadavere in uno sperduto casello ferroviario del piacentino, venne condannato a 23 anni di carcere. In successive revisioni del processo, la pena fu però dimezzata anche in relazione alla sua giovane età e commutata a solo 12 anni. Durante la breve detenzione si è laureato e dal 2003, il recuperato Maggiolini vive addirittura nelle vicinanze della madre di Rossana, sempre lontana dal perdonarlo. Sul “recupero” di Maggiolini non tutti sono d’accordo e a proposito del complicato equilibrio tra colpa e punizione, Federica Sciarelli, conduttrice di “Chi l’ha visto”, ha ricordato la turpe storia del continuo delinquere di Angelo Izzo, uno dei tre delinquenti della strage del Circeo:. . .nel 1974, dopo aver violentato due ragazzine e a causa della sospensione condizionale della pena, non scontò nemmeno in parte i soli due anni e mezzo che gli erano stati inflitti,. . .nel 1975, dopo la strage del Circeo in cui furono violentate e torturate due ragazze, una di loro morì, i giudici del tribunale di Palermo decisero nel 2004 di concedergli la semilibertà,. . . nel 2005, Izzo,semilibero e sicuro, credette bene di violentare e poi ammazzare altre due donne, madre e figlia di 49 e 14 anni e meno male che nel 2007 il criminale è stato finalmente condannato all’ergastolo. Va ricordato comunque che Donatella Colasanti, scampata per puro miracolo a quella strage fingendosi morta, è purtroppo deceduta nel 2005, a soli 47 anni, ancora duramente sconvolta dalla violenza subita 30 anni prima. Toccante e intenso è stato l’intervento di Rosanna Vaudetti che ha evidenziato la continua e impunita violenza subìta dalle donne, il difficile cammino del perdono e il coraggio con cui Trapanese ha affrontato nel suo romanzo i delicati temi della giustizia. Sala gremita, dirigenti RAI, politici e molti i marchigiani presenti. Immancabile il ramoscello di mimosa alle signore. Il giornalista Pino Scaccia ha giustamente definito la serata un evento e nell’evento c’è stato anche lo spettacolo: la presentazione del libro è stata infatti punteggiata da brani musicali dell’Officina Musica di Fano e dall’interpretazione dell’attore santelpidiese Simone Pieroni che ha letto alcuni suggestivi passi del romanzo “Madre vendetta, storia di un perdono impossibile”. |