| | Questo luna Traversa di Giancarlo Trapanese conferma la poliedricità degli interessi dell’autore , la mobilità e quella non fissazione delle partiche e dei discorsi che diviene il vero luogo ad essere dell’autore. L’eccentricità di Trapanese si rivela nella pagina scritta perché fa tutt’uno con la volontà espressa nel suo romanzo e nei racconti di vita che focalizza, di non dare un carattere definitivo agli enunciati, di valorizzare l’oscillare contraddittorio dei comportamenti. A rimarcare il tutto ci sono le promoscuità di uno stile che potremmo definire transitivo, nel senso che esso e attraversato dalle componenti più eterogenee, che vanno dall’eco di un certo cinema,comunque colto, sinoal realismo di una certa letteratura di genere. Giancarlo Trapanese lavora con i suoi personaggi e con le forme della sua scrittura in un’alternanza incessante che implica lo spostamento continuo del punto di osservazione: da una parte si insiste per il parlato diretto,per la confessione autobiografica,dall’altra invece si mettono in campo gli espedienti narrativi di una più artificiale costruzuione di “fiction”. Questi spostamenti alla fine finiscono per dare luogo ad un complesso gioco di sguardi ad una rappresentazione fatta di sottrazioni ed interazioni più che di azioni. I personaggi di questo Luna Traversa si presentano all’inizio come se si vivessero addosso, senza possibilità reale dicomunicare. Si gia attorno alla materialità dei corpi e degli scenari possibili che si possono costruire intorno ad essi per designare in fondo un’entità vacante. E scopriamo così il vero motore dell’agire,dei sogni e delle fantasie: l’assenza. E infatti tutto è innescato da assenze,prima quella del desiderio e poi quella oggettiva della persona fisica. L’assenza reiterata, termine necessario di un rapporto inquietante e non risolto,diventa qualcosa di più di un espediente narrativo, è un topos,una figura del discorso amoroso che diventa figura testuale. Giulio ed Elisabetta si troveranno di fronte ad una svolta totale che li impegnerà ad attraversare una fase nuova più ardua: distinguere le cose, riattribuire dei valori e rapportarli ad una gerarchia al vertice della quale sta l’amore inteso come incontro reale, come l’unico capitale virtualmente illimitato cui attingere. E l’autore assegna poi a noi ,al lettore, una specie di compito ermeneutico: cercare una possibile, coinvolgente soggestiva risposta. | |
|
Torna al menù recensioni | Info critico Nome: Antonio Cognome: Luccarini Prof. Assessore alla cultura del Comune di Ancona Sito Web: clicca qui Email: clicca qui
Prof. Antonio LuccariniNasce il 15 gennaio 1948, Membro del Cda del Teatro delle Muse, presidente protempore del Fondo Mole Compra il libro: link acquista |
| |