| Recensione del questore di Trento Giorgio Iacobone | | Madre vendetta è tra i libri più coinvolgenti che abbia mai letto: non vuoi fare una pausa, vuoi giungere fino alla fine,l’inizio di ogni capitolo è la ricerca del sapere con l’avidità che ti viene da dentro, la ricerca di una risposta che possa soddisfare il tuo stato d’animo,la ricerca di una chiarificazione nel labirinto delle soluzioni che si intrecciano in un gioco di specchi che ti impedisce di raggiungere l’uscita,anche se la vedi vicina,come al Luna Park. Questo pensiero ti potrebbe far credere ad un’azione piena di sprint, ad un dinamismo vorticoso, ad una velocità che ti tiene col fiato sospeso come nei migliori thriller che hai letto: niente di tutto questo. Giancarlo Trapanese fa vivere l’ansia dei suoi personaggi con quell’intrecciarsi degli avvenimenti della vita quotidiana che conferiscono al loro comportamento sì il condizionamento dalla vicenda centrale, ma questa non ne assorbe interamente la routine. La quiete della narrazione ti placa , non ne recepisci l’ansia,ma ti porta a riflettere su valori importanti della vita riscoprendone l’importanza nei tanti tratti in cui procede il cammino della tua vita. E’ qui che Madre Vendetta ti fa gustare il sapore dei valori veri che nelle loro contraddizioni sublimano le quotidiane aspettative. Ne percepisci ancor più l’importanza se riesci ad allontanarti dalla scena e a fotografarla nascosto in un angolo. E allora ti chiedi: la differenza abissale tra la famiglia del giornalista Catanese che segue la vicenda, quella della famiglia Anselmi che ha vissuto l’uccisione della figlia Luce, quella della famiglia Romualdi nella quale Manuel ha ucciso ed è stato ucciso da cosa è stata determinata? Il dramma delle famiglie Anselmi e Romualdi è stata determinata da più concause, ma c’è stata una causa scatenante? Se sì di sicuro la fuga del padre di Manuel e l’arrivo della droga a Bertinoro!!! Il padre che va via da casa con una straniera e il suo abdicare la funzione paterna fanno perdere al figlio quel sicuro punto di riferimento presente sempre, anche quando, nell’accorgerti che tuo padre non può risolverti tutto, secondo Catanese, diventi adulto. L’arrivo della droga fa emergere l’importanza del patrimonio sociale che deve legare paesi e quartieri! A Bertinoro è venuto meno: non può una comunità che condivida un forte patrimonio sociale non accorgersi che la droga sta infestando l’ambiente!!!! Se Manuel non fosse stato irretito dalla presenza della droga, Bertinoro sarebbe rimasto il Paese dalle forti tradizioni, sarebbe rimasto il Paese con quel forte patrimonio sociale, che è venuto meno nel momento cruciale, proprio quando quel patrimonio sociale fatto di unione e di controllo avrebbe dovuto esprimere la sua decisiva funzione. Non vale che vicenda abbia protagonisti non originari di Bertinoro: la famiglia di Manuel si è trasferita da poco da Roma, lo spaccio è in mano ad uno straniero e il padre di Manuel è fuggito con una straniera: il patrimonio sociale deve far valere la propria funzione per garantire la sicurezza, anche e specie da fattori esterni che vogliano sovvertire l’ordinato e tranquillo svolgersi della vita sociale. Il disgregarsi dei valori tradizionali sembra spingere Trapanese a dare una visione della famiglia Catanese rispondente alle nostre aspettative. Ecco allora che Trapanese ingaggia una lotta tesa a far emergere l’importanza della famiglia: senza pudore prende a prestito dall’impolverata cartella della retorica frasi come “il focolare della casa domestica” che sembra fare il paro con “la mamma è l’angelo della casa”. Eppure Giancarlo Trapanese queste frasi impolverate le rende limpide, sembra che le abbia ripulite,riverniciate, facendocele credere inedite!!! Solo ora penso che sia possibile vivere la vicenda centrale nel suo dramma, nella consapevolezza che gesti inconsulti possono determinare situazioni di non ritorno, dopo le quali nulla potrà mai essere come prima!!! Madre Vendetta è un inno “Alla giustizia giusta” ,“Alla certezza della pena” , “All’attenzione per la vittima”, “Al concetto che chi ha sbagliato deve pagare”. Tutte verità che portano a ritenere che al di fuori di questi basilari concetti la spirale violenza - odio non possa essere interrotta, che il susseguirsi di azioni e reazioni non possa placarsi senza giustizia e perdono. Si dice che se tiri troppo la corda alla fine si spezza e quando qualcuno non ha più nulla da perdere allora sì che diventa una mina vacante. La considerazione per l’altro non può mancare, al di là di qualsiasi sentimento, e Giancarlo Trapanese evidenzia le situazioni, dandoti la possibilità di commentarle e giudicarle con la pacatezza, favorita dall’immissione nel dramma di due madri di situazioni di quotidianità, vissute da personaggi che si ergono a coprotagonisti per la ricchezza d’animo che esprimono, per la dedizione al loro lavoro, vissuto tra le tradizionali dinamiche e gli approfondimenti fatti di umanità e sentimenti che conferiscono all’azione la capacità di raggiungere la verità attraverso l’immedesimazione e la comprensione. Certo anche i valori sopra virgolettati non sempre possono essere considerati assoluti e allora Madre Vendetta induce alla riflessione e alla discussione, di sicuro un libro che invoglia a confrontarsi con gli altri ed ad esprimere i sentimenti vissuti senza riserva e senza essere condizionati dal giudizio degli altri, perché anche questo Trapanese riesce ad garantire sempre meglio: essere sempre di più se stessi!!! | |
| Info critico | | | Nome: Giorgio Cognome: Iacobone Questore di Trento (ex qeustore di Ancona)
| Sito Web: clicca qui Email: Informazione non disponibile |
| ...note:Giorgio Iacobone ha 58 anni, è nato a Napoli, ha studiato a Roma laureandosi alla Sapienza in Giurisprudenza. E' un profondo conoscitore della realtà marchigiana, avendo prestato servizio prima a Macerata dal 1975 al 1987, poi ad Ancona dal 1993 al 1997. Nel 1988 è stato assegnato al Commissariato Zisa di Palermo…Dal 1997 al 1998 è stato Vice Questore Vicario di Pescara...Nell'anno accademico 2001-2002 ha seguito il XVII Corso Interforze…Promosso Dirigente superiore dal 1° luglio 2002 è stato nominato Questore di Enna, carica ricoperta fino al giugno 2006, prodigandosi con determinazione per la diffusione della cultura della legalità a tutti i livelli, presupposto per lo sviluppo delle potenzialità della provincia. Ora è in carica a Trento come questore. Compra il libro: link acquista
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