In Ascoltami di Giancarlo Trapanese ( PeQuod – ItaLic) sono evocati sentimenti e percorsi dell’anima partendo dal presupposto che i piedi su quei percorsi ce li abbiamo messi tutti, ognuno di noi, da una vita. Un incontro tra compaesani, con uno di noi , quello che scrive, che propone di ricordare alcuni luoghi di memoria comune. Si è parlato dei sentieri, dei valichi più difficili, delle scorciatoie da evitare, dei terreni insidiosi e di quelli buoni per il bivacco. Si è parlato di un viaggio comune che ognuno fa per conto suo. 16 racconti per un libro di sentimenti, non di protagonisti. Un romanzo unico privilegia la conoscenza di un personaggio in particolare, col suo carattere, il suo modo di percorrere gli scenari che la vita gli propone; i racconti invece sono la confezione ideale per parlare di sentimenti, perché il protagonista può pure essere unico, ma i moti del nostro animo non possono esserlo mai. Proprio per questo fatto, il racconto diventa un’evocazione, quasi una seduta spiritica. La scintilla vitale del racconto la mette il lettore: c’è una trappola ben disposta, ma il cuore che deve vibrarci dentro è proprio il suo. Un racconto quindi è legno ed accendino, un altro è biglia e piano inclinato, poi acqua e farina, pioggia ed ombrello, scintilla e polvere da sparo, tristezza e lacrime. Accessori, ingredienti, reagenti separati; da mettere insieme. Un’evocazione per ogni racconto, un sentimento per ogni evocazione, un sentimento per ogni lettore. Un libro didattico, che avesse l’arroganza di arrivare al prodotto finale invece di disporre gli ingredienti sul tavolo, ammesso che possa riuscire, fornirebbe una cifra costante. Un libro che evoca percorsi invece si moltiplica per ogni lettore: 16 racconti, 10 lettori, fanno già 160 sentimenti. Per questo il libro di Giancarlo è un libro di scenari, di lettori e di sentimenti, precisamente in quest’ordine. E in nessun altro ordine. |