| Recensione di Norma Stramucci - La giusta scelta | | Sauro Rocchi, il protagonista dell’ultimo romanzo di Giancarlo Trapanese, La giusta scelta, PeQuod, 2013, vive un’avventura per la quale i confini tra il bene e il male non sono netti. La coscienza anzi giustifica la legittimità di un consistentissimo furto come riscatto da un sistema corrotto che gli ha impedito di affermarsi per le proprie capacità. Capacità che il mondo sarà poi costretto a riconoscere al punto di non poterne fare a meno. Bancario, Sauro Rocchi, con velleità informatiche, così come gli inetti sveviani, Alfonso ed Emilio ne avevano di letterarie. Ma inetto vincente, come Zeno Cosini, perché vincere equivale, checché se ne dica, ad avere un riscontro economico per quanto si è capaci di fare. L’inettitudine di Sauro domina per gran parte del libro e lo induce a sentirsi vittima della sfortuna che lo perseguita fino a che, attraverso il rapporto con una psicanalista, riesce a guardare le cose da prospettive anche diverse. Bene e male. Difficile non agganciare il concetto di una carriera (altrui) che procede grazie alle giuste conoscenze e protezioni ai dibattiti odierni sulla corruzione. Arduo il non desiderare di vivere in paese dove il vero valore è quello del merito. Bene e male dunque. Ma se Sauro non avesse optato per il male, per la scelta sbagliata, non avrebbe poi avuto l’opportunità di compiere la giusta scelta. Il lettore è coinvolto in pieno nel giudizio che l’autore invece non fornisce, limitandosi a delineare il quadro del “sistema” da un lato e della reazione ad esso dall'altro. Certamente la narrazione comporta che si faccia il tifo per l’eroe, sia nelle pagine in cui è l’inettitudine a prevalere, sia nelle altre dove cambia anche lo scenario e da Roma si finisce alle isole Cayman, un tropicale paradiso fiscale. Un ossimoro, le ultime due parole, che invita al paragone con l’approdo di Candido al Paese di Eldorado. Qui il denaro non ha nessuna importanza e dunque non vi è necessità né di carceri né di tribunali: le pietre preziose che tanto contano nel nostro mondo sono solo sassi. Nelle Cayman convivono invece fondali oceanici meravigliosi e numerosissimi istituti bancari. Il bene e il male. Ancora. Sarebbe stato felice Candido in Eldorado, se con sé avesse avuto l’amata Cunegonda. E non è felice Sauro ai Tropici perché gli mancano i propri affetti, abbandonati per una nuova, ricca identità. Bene e male. Il figlio di Sauro a un posto fisso preferisce il proprio sogno. Ma il sogno ha garanzie di successo solamente per una conoscenza fatta dal padre grazie ai nuovi soldi; altrimenti il ragazzo sarebbe rimasto nel “Buzzico” e, molto probabilmente, disoccupato a lungo. Non giudica dunque Trapanese in questo libro che si legge tutto d'un fiato. Lo avesse fatto ne sarebbe scaturito un moralismo scialbo. Invita piuttosto a meditare: su ciò che è bene e ciò che è male. Appunto. E' qui la differenza tra l'invenzione letteraria e la vita reale: nell'una il male è lecito, nell'altra non dovrebbe esserlo mai.
NORMA STRAMUCCI | |
| | ...note:Poetessa, pubblica nel 1995 L'oro unto, edizioni Tracce, con una nota di Massimo Raffaeli. Nel 2000 Erica, nella collana "La scrittura e la storia" delle Edizioni Piero Manni, diretta dal Prof. Romano Luperini, e con introduzione dello stesso Luperini. Nel 2003, nella stessa collana e con uno scritto di Mario Luzi pubblica Del celeste confine. Nel 2008 Il cielo leggero, Azimut, con una nota di Massimo Raffaeli; infine, nel 2009, in prosa, Lettera da una professoressa, Manni, con una introduzione di Maurizio Viroli. Compra il libro: link acquista
|
| |