Ha scritto Mario Vargas Llosa che leggere aiuta a vivere e ad amare, aggiungendo che la letteratura è un’attività insostituibile per la costruzione dei cittadini, per la creazione di spiriti liberi. Sono parole che mi sono tornate in mente leggendo il romanzo di Giancarlo Trapanese. E’ una storia, la sua,che aiuta non solo a vivere e ad amare ma anche a comprendere . A comprendere, in profondità, temi complessi.Tutto comincia con una storia d’amore: un marito ed una moglie con una relazione alla deriva sentimentale nella quale protagonista assoluta è l’incomunicabilità.Trapanese è abilissimo nel farci penetrare nel mondo interiore dei due protagonisti, Elisabetta e Giulio.Ci fa leggere con precisa esattezza il non detto, il sottotesto, prendendoci per mano e accompagnandoci nella ricerca delle verità più sottili, più profonde, indicandoci la strada, entrando con straordinaria abilità psicologica nella testa e nel cuore della coppia che per ritrovarsi dovrà perdersi. Man mano che la storia procede, e si tratta di uno di quei romanzi che una volta cominciati non permettono di essere abbandonati, perché la trama è molto avvincente, numerose sono le riflessioni che il testo suggerisce. Prima fra tutte quella relativa all’importanza di dire le nostre verità nel momento giusto.Perché non è vero che c’è sempre tempo. Il tempo non è mai abbastanza, soprattutto quello per essere autentici. Un’altra considerazione: in questi tempi, dai ritmi veloci e dunque spesso disattenti, bisogna reimparare ad usare le parole senza dimenticare mai l’influsso che possono avere sull’altro. Le parole non sono mai leggere. Ricordiamoci di dar loro ogni volta il giusto peso e la giusta misura. Quando comunichiamo, sia per dare un’informazione, sia per esprimere un sentimento, noi modifichiamo, nel bene o nel male, la comprensione reciproca.Distruggiamo o salviamo la possibilità di amare. Ama e fa ciò che vuoi, dice S.Agostino. Ed in un passaggio fondamentale della storia Elisabetta afferma:“La mia vita non è misurata dai risultati che ottengo ma dalle intenzioni con cui vengono compiute le mie azioni, e anche se i miei sforzi di amare non producessero gli effetti voluti, io so che l’essenziale è che io ami, con tutte le mie forze, e con tutte le forze che ho cerchi di essere vera. Il resto è in Dio”. Pensieri che in qualche modo racchiudono l’essenza del romanzo e che ci portano dritti anche nell’altro territorio esplorato con lucidità e chiarezza in “Luna traversa”: quello della religione, o meglio quello delle religioni. In tempi come i nostri dove il confronto e la tolleranza sembrano quasi utopiche speranze, Trapanese delinea un percorso possibile, lastricato certo di difficoltà ( la strada verso la verità non è mai la più facile) ma in grado poi di aprirci il cuore alle ragioni più profonde dell'esistere. |