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| | | | Recensione di Sirena Senza Coda | | La Sirena, nell'immaginario collettivo è, a torto, considerata l'emblema della seduzione dell'anima divorante, l'ombra del femminile alla quale dover resistere come nell'immagine di Ulisse che si fa legare all'albero maestro della nave per sfuggire al naufragio ed alla morte. In realtà la Sirena vuole solo esprimersi, cantare. In un racconto Kafka dice che la casa più terribile da sopportare è proprio il silenzio della Sirena. E' forse questo il mistero del simbolo e del mito che più ci atterrisce ed affascina: da una parte la forza e la malia del verbo, del canto, dell'espressione, dall'altra il terrore del silenzio. Quel silenzio Cristina, Sirena senza coda, lo ha bucato, adornandolo di parole lucenti come stelle in una rinascita e in un' autocreazione resa possibile dalla forza dell'Amore dei propri cari.
Mano a mano che ci si inoltra nella trama di Sirena senza coda, attraverso il testo si entra prima nel mondo dei protagonisti della storia e poi in un nucleo incandescente. Il nucleo dell'anima e delle emozioni, il nucleo dove vivono e convivono i sogni ed i limiti, il possibile ed il reale, i perché e le sconfitte. Le cadute e le risalite. Poi ad un certo punto, continuando la lettura, dopo aver varcato le porte del Palazzo della Coscienza, del Palazzo della Ragione e del Palazzo dei Valori, si rompe un nuovo diaframma e si intravede o forse si tocca l'essenza, il centro vitale dell'essere e dell'essere uomini. Difficile non cambiare, non essere trasformati dalla lettura di questo libro: di questo ringrazio gli autori. Difficile non pensare alla polivalenza di queste pagine: un libro, certo, un romanzo, ma anche un diario tenero ed appassionato, forse un saggio involontario e soprattutto una profonda occasione di riflessione esistenziale.
Sirena senza coda, dicevo, è un libro incandescente, scritto da Cristina Tonelli e da Giancarlo Trapanese un autore apparentemente tranquillo, un grande professionista, vice caporedattore della sede Rai per le Marche, docente ad Urbino di Teoria e tecnica del linguaggio radiotelevisivo. Ma Giancarlo dietro la sua pacatezza, il suo equilibrio, nasconde un'anima che erra e cerca, e si coglie e coglie, ed incontra e si relaziona. Con se stesso, con l'altro, forse con la propria ombra che è l'ombra di tutti noi: l'ombra del concetto di normalità, la cosiddetta -maledetta- normalità. Giancarlo incontra Cristina-Gemma, davvero una vera gemma, figura tragica ed angelica che trascende i propri limiti e diventa paradigma di bellezza e di speranza. Gemma mi fa venire in mente gli apocrifi, l'eresia gnostica o i misteri orfici. Il dualismo irriducibile tra l'anima libera come un nibbio, come un gabbiano, come un aquila e il corpo-prigione, figlio dei Titani, della Caduta, della Corruzione. Ma Gemma contemporaneamente è anche il simbolo vivente, il sacrario, oserei dire, nel suo stesso corpo, della soluzione di questo dualismo, di questo apparente conflitto.
I protagonisti di questa vicenda sono tanti. Naturalmente in primis Gemma ed il suo incredibile percorso. Ma non meno importanti appaiono la mamma ed il papà, figure reali e letterarie che simboleggiano il difficile cammino di tanti genitori straordinari, veri uomini e veri santi del quotidiano. Infine anche la tecnologia è protagonista di questa vicenda, il computer attraverso cui Gemma riesce ad esprimersi. Grazie a questa tecnologia lei stabilisce un canale di comunicazione fra l'interno e l'esterno. La tastiera del Pc diventa il ponte, lo strumento che permette l'espressione del verbo, della parola. Concludo questa breve introduzione dicendo che è giusto divertirsi con Facebook, con Twitter e con gli altri Social Network Web 2.0 ma bisognerebbe riflettere sulla possibilità di utilizzare tali strumenti e non farsi utilizzare, come fa la maggior parte di noi. Ci vorranno nuove generazioni di giovani, evoluzione dopo evoluzione, per andare un po' più lontano. In questo senso Gemma è portatrice non di una minorazione, ma di una nuova capacità. Gemma è migliore di noi: spesso siamo noi i veri minorati. La parola a Giancarlo Trapanese ed agli scritti di Gemma-Cristina che ci condurranno in un indimenticabile viaggio dal buio alla luce alla scoperta della fiducia e della speranza | |
| Info critico | | | Nome: Raffaele Cognome: Mazzei Autore, musicista, critico
| Sito Web: clicca qui Email: clicca qui |
| Raffaele Mazzei - un amicoRaffaele Mazzei è uno dei soci fondatori di Metriche, società che opera a tutto campo nel settore della Comunicazione con servizi di grafica, promozione pubblicitaria, web design, web marketing, allestimenti fieristici, reperimento finanziamenti europei e consulenze di marketing e formazione altamente qualificate. Compra il libro: link acquista
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| | | | Recensione di Sirena Senza Coda | | Questo è un libro che bisognerebbe leggere in ginocchio.” Esordisce così sua Eccellenza il vescovo di Ancona, monsignor Edoardo Menichelli, nel suo saluto alla presentazione del romanzo scritto a quattro mani da Giancarlo Trapanese e Cristina Tonelli, “Sirena senza coda”, Vallecchi Edizioni. Parole toccanti che fanno scendere il silenzio nell’aula magna della facoltà di ingegneria, gremita all’inverosimile, con oltre 750 persone, intervenute per l’inizio di questo viaggio letterario ed umano, che porterà gli autori molto lontano. L’evento (Venerdì 30 Ottobre, ndr) ha avuto il patrocinio dell’Università politecnica delle Marche, del comune di Ancona e la preziosa partecipazione dell’Associazione Genitori con figli portatori di handicap di Fano. Condotta da Andrea Carloni e Patrizia Ginobili, con il contributo del critico letterario Alessandro Moscé e la partecipazione di don Aldo Buonaiuto, della Comunità Papa Giovanni XXIII, la serata ha visto la partecipazione di politici di entrambi gli schieramenti, che per una sera hanno smesso le loro vesti ufficiali per vestirsi di umana e tangibile emozione. Il padrone di casa, il professor Leandro Provinciali, Prorettore dell’Università politecnica delle Marche, ha confermato che è stata la prima volta che l’Università ha ospitato un simile evento, tanto ricco per il suo valore letterario, ma anche e soprattutto per quello umano.
L’evento è stato arricchito con spazi musicali indimenticabili con artisti del calibro di Luca Lattanzio, Roberta Balzani, Antonio Del Sordo, Michele Pecora e dal coro da Camera “Le muse”. Un quadro artistico davvero prezioso, che oltre alla letteratura ed alla musica ha avuto anche il contributo di tre attori, Marco di Stefano, Neri Marcorè che ha inviato un video messaggio ed il comico David Anzalone. In questo firmamento culturale due erano le stelle che brillavano di più e naturalmente parliamo dei due autori. Trapanese è uno scrittore già noto e affermato, giornalista e professore che abbiamo tutti avuto occasione di apprezzare e stimare, eppure questa volta possiamo dire che ha superato se stesso, perché, valorizzando un’esperienza che ha avuto modo di fare, ha incontrato Cristina. Da questo incontro Trapanese ha intrapreso un viaggio toccante, nell’universo muto eppure ricco di comunicazione in cui vive Cristina. Infatti lei, con i suoi occhioni verdi e morbidi boccoli biondi è una ragazza cerebrolesa, che riesce a comunicare con il mondo attraverso un computer. Le sue dita si muovono elegantemente su una tastiera collegata ad un monitor e lei, come la migliore delle pianiste, regala agli altri parole, riflessioni, interrogativi che sono musica, per chi sa ascoltarla. Cristina è una Sirena senza coda che vive in un corpo matto, come lei stessa lo definisce; anche se non riesce a nuotare, è una sirena che sa volare e fa volare chi la incontra e ne scopre la grande ricchezza. “Questo romanzo è semplicemente un concentrato delle vite di tutti noi, uniche e consuete. Ed è proprio tale la ragione che fa pulsare il mio cuore a favore di questo libro e perorare il nostro lavoro intriso di batticuori veri.” Così scrive Cristina, nel suo invito alla sera di venerdì scorso, che davvero è stata indimenticabile. Trapanese, col suo fare modesto e umile, sembra sciogliersi di fronte alla sua coautrice, che guarda sempre con occhi lucidi, pronto ad imparare da lei tutto quello che la vita dei “normali”, come li definisce il comico David Anzalone. Per chi non lo conosce, Anzalone è un trentatreenne spastico, che ha fatto del suo handicap una forza e un’ispirazione. I suoi spettacoli, durante i quali denuncia in tono sarcastico i limiti che le persone comuni hanno nei confronti degli handicappati, registrano il tutto esaurito in Italia e anche all’estero. Sono emozioni che lasciano gli spettatori senza parole, perché fanno crollare quei castelli di ipocrisia che ci siamo creati intorno, guardando alle persone “diverse” con pietà, con commiserazione. Cristina, David e Giancarlo, che a questo percorso umano ha dato origine, ci fanno capire che il mondo non appartiene solo a chi sa parlare, ascoltare e camminare senza difficoltà. Sirena senza coda ci porta dentro quest’universo fatto di sentimenti cristallini, di sogni e speranze autentiche, di amore e coraggio. Un libro che è una preziosa testimonianza di quanto possa essere determinante l’impegno di una famiglia che, con la sua tenacia ed il suo amore incommensurabile, ha affiancato la figlia celebrolesa fino a metterla nella condizione di esprimersi e poter così volare libera nel mondo. All’uomo che ha saputo ascoltare il canto muto di questa sirena, che ha seguito questo richiamo e ha visto oltre la forma, andando nella profondità e nello spirito di questa ragazza meravigliosa, non possiamo che dire: Grazie! Grazie Giancarlo Trapanese, grazie per averci fatto conoscere l’universo a tinte tenui di Cristina, con il suo carico d’amore, intelligenza e purezza. | |
| Info critico | | | Nome: Asmae Cognome: Dachan Scrittrice, dottoressa in scienze islamiche e
ricercatrice sul Medio Oriente ed il
Nord Africa - Ex portavoce donne islamiche Italia
| Sito Web: Informazione non disponibile Email: Informazione non disponibile |
| Asmae DachanSono nata il 28 novembre 1976 ad Ancona, da genitori di origine siriana. Ho acquisito la cittadinanza italiana quando ero ancora bambina. Dopo la maturità linguistica ho studiato teologia per quattro anni, acquisendo una licenza in Diritto islamico. La mia insaziabile sete di conoscenza mi ha spinta, nel 2006, ad iscrivermi all'Università di Urbino, dove sto studiando Scienze della Comunicazione. Dal 2008 collaboro con il settimanale Voce della Vallesina. nell'ottobre 2008 ho partecipato al Concorso Letterario Internazionale Città di Ancona, nella categoria "Poesia singola", ricevendo una segnalazione da parte della giuria del concorso. La mia passione maggiore è la scrittura e amo moltissimo leggere. I miei autori preferiti sono Shakespeare, Virginia Woolf, Pirandello e il grande poeta Mario Luzi. Ho due figli, di 11 e 7 anni. Compra il libro: link acquista
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| | | | Il romanzo brucia la cronaca | | Giancarlo Trapanese ha scritto un romanzo denso, dentro la cronaca, di grande attualità, oggi più che mai. Lo ha fatto cercando di estrapolare il male comune che spesso diventa male collettivo, ad ogni latitudine. Il mondo esterno è la sua felice ossessione, il suo continuo rimando. Per questo Trapanese è uno scrittore nuovo. Spesso i narratori partono dal proprio sentire e lo riversano al di fuori. In questo caso è successo esattamente il contrario. La visione delle cose è concreta e approfondita, incombe dalla prima all’ultima pagina. Da quanto tempo (Nefatsia, Pesaro 2007), rappresenta un momento di particolare creazione personale per Trapanese, ed è l’esempio riuscito di un’umanità che alza la voce senza riserve, che intona un coro di solidarietà perfino reclamata. Questo libro è idealmente in comunione con i giovani più diseredati senza distinzione di sesso e di razza, con quell’impulso alla pietas che rende, specie alcuni dialoghi, ficcanti, totalizzanti. Giancarlo Trapanese non ha fatto lo scrittore estemporaneamente: il suo essere narratore risponde ad una vocazione endogena, che non si esaurisce in brevi spunti chiusi in simboli, in metafore. No, viene raccontato il vissuto e una contemporaneità che brucia, la nostra contemporaneità. Lo sguardo è oggettivo, destinato a non scomparire. L’essere giornalista aiuta Trapanese, perché il suo mestiere gli fa conoscere direttamente i fatti, la drammaticità dei fatti. Le vicende di questo romanzo danno l’immagine della solitudine dell’uomo del terzo millennio, dell’incapacità di resuscitare la comprensione di tutti. Ma c’è sempre qualcuno pronto a raccogliere la sfida. E allora Giancarlo Trapanese ci fa capire che se la letteratura non salva il mondo, ci sono persone che possono salvare la vita,. Almeno una vita. Sacerdoti o uomini qualunque. C’è anche un messaggio sociale che trasmette amarezza e redenzione al tempo stesso, in questo libro.”L’eterna umanità” è ancora diffusa, orgogliosa, compenetrata in un sentimento unico in faccia alle cose, contro il nichilismo. E’ un grido discreto e trattenuto, come il linguaggio di Da quanto tempo, come le scene del romanzo: incisive e lievi, con sfumature che “rubano” all’esperienza una perentorietà. | |
| | ...note:Alessandro Moscè è nato ad Ancona nel 1969. Vive a Fabriano.
Ha pubblicato l’antologia di poeti italiani contemporanei Lirici e visionari (Ancona, il lavoro editoriale, 2003), il libro di saggi critici Luoghi del Novecento (Marsilio, Venezia, 2004), l’antologia di poeti italiani tradotta negli Stati Uniti The new italian poetry (Gradiva, New York, 2006) Compra il libro: link acquista
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| | | | | | La Sirena, nell'immaginario collettivo è, a torto, considerata l'emblema della seduzione dell'anima divorante, l'ombra del femminile alla quale dover resistere come nell'immagine di Ulisse che si fa legare all'albero maestro della nave per sfuggire al naufragio ed alla morte. In realtà la Sirena vuole solo esprimersi, cantare. In un racconto Kafka dice che la casa più terribile da sopportare è proprio il silenzio della Sirena. E' forse questo il mistero del simbolo e del mito che più ci atterrisce ed affascina: da una parte la forza e la malia del verbo, del canto, dell'espressione, dall'altra il terrore del silenzio. Quel silenzio Cristina, Sirena senza coda, lo ha bucato, adornandolo di parole lucenti come stelle in una rinascita e in un' autocreazione resa possibile dalla forza dell'Amore dei propri cari. (R.M.)
Man mano che ci si inoltra nella trama di Sirena senza coda, attraverso il testo si entra prima nel mondo dei protagonisti della storia e poi in un nucleo incandescente. Il nucleo dell'anima e delle emozioni, il nucleo dove vivono e convivono i sogni ed i limiti, il possibile ed il reale, i perché e le sconfitte. Le cadute e le risalite. Poi ad un certo punto, continuando la lettura, dopo aver varcato le porte del Palazzo della Coscienza, del Palazzo della Ragione e del Palazzo dei Valori, si rompe un nuovo diaframma e si intravede o forse si tocca l'essenza, il centro vitale dell'essere e dell'essere uomini. Difficile non cambiare, non essere trasformati dalla lettura di questo libro: di questo ringrazio gli autori. Difficile non pensare alla polivalenza di queste pagine: un libro, certo, un romanzo, ma anche un diario tenero ed appassionato, forse un saggio involontario e soprattutto una profonda occasione di riflessione esistenziale.
Sirena senza coda, dicevo, è un libro incandescente, scritto da Cristina Tonelli e da Giancarlo Trapanese un autore apparentemente tranquillo, un grande professionista, vice caporedattore della sede Rai per le Marche, docente ad Urbino di Teoria e tecnica del linguaggio radiotelevisivo. Ma Giancarlo dietro la sua pacatezza, il suo equilibrio, nasconde un'anima che erra e cerca, e si coglie e coglie, ed incontra e si relaziona. Con se stesso, con l'altro, forse con la propria ombra che è l'ombra di tutti noi: l'ombra del concetto di normalità, la cosiddetta -maledetta- normalità. Giancarlo incontra Cristina-Gemma, davvero una vera gemma, figura tragica ed angelica che trascende i propri limiti e diventa paradigma di bellezza e di speranza. Gemma mi fa venire in mente gli apocrifi, l'eresia gnostica o i misteri orfici. Il dualismo irriducibile tra l'anima libera come un nibbio, come un gabbiano, come un aquila e il corpo-prigione, figlio dei Titani, della Caduta, della Corruzione. Ma Gemma contemporaneamente è anche il simbolo vivente, il sacrario, oserei dire, nel suo stesso corpo, della soluzione di questo dualismo, di questo apparente conflitto.
I protagonisti di questa vicenda sono tanti. Naturalmente in primis Gemma ed il suo incredibile percorso. Ma non meno importanti appaiono la mamma ed il papà, figure reali e letterarie che simboleggiano il difficile cammino di tanti genitori straordinari, veri uomini e veri santi del quotidiano. Infine anche la tecnologia è protagonista di questa vicenda, il computer attraverso cui Gemma riesce ad esprimersi. Grazie a questa tecnologia lei stabilisce un canale di comunicazione fra l'interno e l'esterno. La tastiera del Pc diventa il ponte, lo strumento che permette l'espressione del verbo, della parola. Concludo questa breve introduzione dicendo che è giusto divertirsi con Facebook, con Twitter e con gli altri Social Network Web 2.0 ma bisognerebbe riflettere sulla possibilità di utilizzare tali strumenti e non farsi utilizzare, come fa la maggior parte di noi. Ci vorranno nuove generazioni di giovani, evoluzione dopo evoluzione, per andare un po' più lontano. In questo senso Gemma è portatrice non di una minorazione, ma di una nuova capacità. Gemma è migliore di noi: spesso siamo noi i veri minorati. La parola a Giancarlo Trapanese ed agli scritti di Gemma-Cristina che ci condurranno in un indimenticabile viaggio dal buio alla luce alla scoperta della fiducia e della speranza. | Link recensione: Visita il link |
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Raffaele Mazzei - un amicoRaffaele Mazzei è uno dei soci fondatori di Metriche, società che opera a tutto campo nel settore della Comunicazione con servizi di grafica, promozione pubblicitaria, web design, web marketing, allestimenti fieristici, reperimento finanziamenti europei e consulenze di marketing e formazione altamente qualificate. Compra il libro: link acquista |
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